Ebbene sì: non tutti pensano a mettere al sicuro i propri Bitcoin.

Mi capita molto frequentemente di parlare con persone che hanno messo da parte qualche soldo in Bitcoin o più in generale in strumenti comunque legati alle blockchain (NFT, criptovalute, ecc.).

Ancora più frequentemente scopro che queste persone hanno intrapreso questo viaggio in completa autonomia, nel senso che sono loro gli unici detentori del proprio portafoglio: in altre parole ad essere gli unici in famiglia a sapere “come si fa” ad accedere ai propri fondi, versati su un wallet, su un exchange o su una qualche piattaforma di finanza decentralizzata o DeFi che dir si voglia.

Ebbene, è chiaro che queste persone non hanno mai considerato l’ipotesi (malaugurata, per carità!) di non essere più in grado di provvedere da soli, per qualsiasi causa si voglia immaginare, o di aver previsto l’ipotesi di uno smarrimento delle chiavi di accesso.

Eppure, nel caso (beneaugurato, stavolta) che le somme accantonate diventino, con il passare degli anni, assai più consistenti di quelle attuali, la questione potrebbe assumere contorni molto rilevanti.

Il consiglio è quindi quello di seguire chi ha già provveduto ad affidare a chi ne abbia la competenza la salvaguardia di questi capitali: sia per gli aspetti successori, sia per quanto riguarda la sicurezza delle proprie chiavi di accesso, sia per gli eventuali aspetti contabili o fiscali.

Per quanto ridotti possano essere oggi i capitali in questione infatti, chissà che tra qualche anno non siano diventati un vero e proprio tesoretto: tutto sta a fare in modo che, a quella data, non risulti definitivamente sepolto.