A chi non è capitato di ricevere un atto impositivo da parte dell’Agenzia delle Entrate? 

La prima reazione è quella della rassegnazione, ma è sempre giusto pagare? Non sempre, vediamo perché.

Innanzitutto, bisogna sapere che le richieste di pagamento che ci arrivano con le cartelle esattoriali o con altri atti (intimazioni di pagamento, ecc.) non sempre sono correttamente giustificate. 

Esistono infatti numerosi obblighi, sia per l’Ente che richiede il pagamento, sia per l’Agente della Riscossione che non sono noti a tutti e che spesso non vengono tenuti in considerazione al momento della ricezione di tali atti. 

A seconda del tipo di tributo variano infatti sia i termini per trasmettere gli atti alla riscossione, sia i termini di prescrizione.

Ancora, gli interessi e le sanzioni calcolate sull’atto sono talvolta del tutto spropositate: non è raro vedere atti dell’amministrazione che contengono sanzioni anche dieci volte superiori all’importo originariamente dovuto, chiaramente illegittimamente calcolate.

Che fare dunque? La soluzione migliore è quella di sottoporre l’atto al vostro Avvocato di fiducia, non appena ci giunge la famigerata notifica da parte del Fisco. Un’occhio attento sulla questione saprà certamente (e magari senza alcun costo aggiuntivo) indicarvi la giusta via per eventualmente risparmiare notevolmente sull’ammontare complessivo che non sempre correttamente ci viene richiesto.